domenica 6 marzo 2011

Vitruvio de Architectura

Uomo di Vitruvio corrispondenza tra corpo umano e la geometria
Uomo di Vitruvio corrispondenza tra corpo umano e la geometria
L'importanza di Vitruvio è dovuta in generale al suo trattato del De Architectura trattato suddiviso in 10 libri, dedicato all' imperatore Augusto  scritto probabilmente tra il 29 e il 23 a. c. L'edizione dell'opera avvenne negli anni in cui Augusto progettava un rinnovamento generale dell'edilizia pubblica e mirava probabilmente a ingraziarsi il sovrano, a cui l'autore si rivolge direttamente in ciascuna delle introduzioni preposte ad ogni libro. Il De architectura è l'unico integro testo latino di architettura e pertanto il più importante, tra i pochi giunti, in modo più o meno frammentario,nel rinascimento fino a noi; l'influenza sulla cultura occidentale è principalmente dovuta proprio al questa sua unicità. All' interno dei suoi trattati possiamo trovare ancora oggi, documentazioni importantissime a livello storico sia sulle tecniche di costruzione dei templi e acquedotti che nelle macchine da cantiere e militari, e nelle osservazioni storiche, ad esempio nel trattato delle acque afferma che il piombo è velenoso consiglia di usarlo solo per gli scarichi delle fogne,  e non  nelle tubature potabili. 

STUDI E RIPRODUZIONI DI
MACCHINE E TECNOLOGIE DI ROMA ANTICA


La forte passione per la storia e
l’ingegneria insieme alle tecniche assimilate nel nostro laboratorio,
mi hanno portato a ricreare modelli di macchine e utensili progettati da personaggi come Vitruvio e Leonardo da Vinci.
L’interpretazione di questi modelli è possibile grazie ad attenti studi su il o
del
De Architectura di Marco Vitruvio Pollione, architetto e ingegnere romano del I secolo a.C.,
contemporaneo di Cesare e Cicerone, dove si  trovano passi dedicati alla costruzione delle mura urbane (libro I), degli acquedotti (libro VIII), all'utilità delle scienze (libro IX) e, infine,
alla trattazione della machinatio, o costruzione di macchine ad uso civile o bellico (libro X).
Vitruvio ispirò a sua volta Leonardo con i suoi “Codici” e parte degli ingegneri rinascimentali. La mia
impresa  comincia già dagli agli inizi degli anni novanta realizzando alcuni prototipi in scala per lo
studio e per la realizzazione di modelli più grandi, che oggi sono circa cinquecento, tutti realizzati
accuratamente con materiali dell’epoca: legno, ferro, stoffa, cordame, bronzo. Si tratta di modelli
componibili di facile trasporto. Il legno più usato soprattutto in edilizia e in carpenteria, in età
romana, era l’abete bianco al sessanta per cento e il faggio per le parti più soggette all'usura. La
protezione del legno dalle intemperie veniva risolta cospargendo della pece vegetale (ottenuta
dalla resina di pino rosso), indispensabile per impermeabilizzare gli scafi delle navi, le anfore e altri
oggetti d’uso comune. La pece aveva un problema di alta adesività e per questo era allungata con
oli vegetali, i quali davano al legno il caratteristico colore rossiccio scuro, diverso dal naturale
colore chiaro del legno appena tagliato. Gli incollaggi avvenivano attraverso colle chiamate glutina
a base di tessuti animali o di formaggio. Già Plinio scriveva che dall’abete si ricavava la pece
liquida. I modelli da noi riprodotti hanno questo caratteristico colore derivato, appunto,
dall’applicazione di resine naturali protettive. Negli ultimi anni, grazie all’evoluzione dei sistemi
informatici e ai software di grafica, è stato possibile elaborare i disegni originali e riproporzionarli
così da realizzare macchine funzionanti rispetto a modelli riprodotti cinquanta anni fa, che mettono
ormai a nudo tutti i loro limiti. L’obiettivo è di creare un’interattività tra il visitatore e le macchine
che hanno fatto la storia dell’evoluzione meccanica, dove sono messi in evidenza i principi fisici che
ne regolano il funzionamento. Questa visione permette il divertimento e la didattica sia degli adulti
sia dei ragazzi, che possono avere un riscontro pratico degli studi che stanno effettuando. E
suggerire un parallelo con il mondo tecnologico contemporaneo.

Gabriele Niccolai

giovedì 3 marzo 2011

Corvo per Cinqueremi romana


Il corvo è un congegno di abbordaggio delle navi utilizzato dai romani durante la prima guerra punica.
Per ovviare la scarsità di esperienza dei generali romani in battaglie navali, era stato inventato questo congegno che offriva una passerella con la quale la fanteria romana poteva scontrarsi con quella nemica mantenendo le strategie di terra, nelle quali erano maestri.


Riproduzione del corvo sulla ciqueremi romana [160X180X220] (2009 Firenze, Niccolai SNC)

Riproduzione del corvo sulla ciqueremi romana,particolare interno [160X180X220] (2009 Firenze, Niccolai SNC)


Tornio per vasai

Questa macchina di cui si hanno testimonianze fin dall’antichità, rappresenta uno strumento essenziale all’interno delle botteghe dei vasai. Il tornio era utilizzato per creare il movimento rotatorio necessario alla creazione di vasi ed altri oggetti che prevedano una modellazione rotonda e simmetrica.


Riproduzione tornio per vasai romano [140X140X170cm] (2009 Firenze,Niccolai SNC)


Battipalo romano

Non esisto descrizioni certe della forma della macchina, quello che è sicuro è che si trattasse si un attrezzo per conficcare pali in terreni paludosi o bagnati. Cesare durante la campagna germanica contro i galli utilizzò queste macchine proprio per la costruzioni del ponte sul Reno.


Riproduzione Battialo Romano [180X130X250cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)




Macchina elevatoria vitruviana a tamburo

Questa macchina descritta da Vitruvio nel libro X del De Architectura , era la macchina edilizia più comune perché poteva essere costruita in modo semplice e rapido. Con l’ausilio del tamburo chiamato “amphiesis” o “perithekion” dai greci , poteva innalzare carichi molto pesanti.


Riproduzione della Gru Vitruviana a Tamburo [220X130X180cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)



Riproduzione della Gru Vitruviana a Tamburo, particolare [220X130X180cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)



Riproduzione della Gru Vitruviana a Tamburo,particolare [220X130X180cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)


Timpano di Vitruvio

Immagine timpano da "De architectura"edizione 1521
L’apparecchio chiamato timpano, citato nel de Architectura di Vitruvio X, 4 capitolo, non era in grado di portare l’acqua a grosse altezze, ma aveva un ottimo funzionamento per irrigazioni. L’acqua sollevata dal timpano, come spiega Vitruvio, era infatti utilizzata per innaffiare giardini e per il trattamento del sale.



Riproduzione timpano di Vitruvio [120X120X130cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)


Orologio ad acqua di Vitruvio

Vitruvio nel libro IX capitolo 8 descrive numerosi orologi ad acqua con vari funzionamenti, spesso molto complessi. Nel modello qui riprodotto abbiamo il principio di un orologio che grazie a delle vasche con rubinetti regolabili indicano lo scorrere del tempo. Mediante un galleggiante collegato ad un asta graduata si era in grado di conoscere l’ora anche in ambienti chiusi. 

Riproduzione orologio ad acqua viruviano [80X80X160cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)


Mulino ad acqua di VItruvio


Immagine Mulino vitruviano da "De architectura" edizione 1521
La forza motrice di questo mulino è data dall’acqua che grazie all’utilizzo della ruota idraulica, sfrutta le correnti dei corsi d’acqua per far ruotare la pietra macinante.




Riproduzione del Mulino ad Acqua di Vitruvio [170X140X160cm] (2009 Firenza, Niccolai SNC)


Piattaforma girevole su sfere

La ricostruzione di questa macchina mostra come questo tipo di piattaforme fossero basi di argani utilizzati per il sollevamento di oggetti, o comunque per ottenere un movimento rotatorio. Il modello ricostruito si basa sulle indicazioni di due piattaforme circolari in legno delle navi romane che si trovavano sul fondo del lago di Nemi.


Riproduzione piattaforma girevole su sfere [120X120X100cm]



(2009  Firenze, Niccolai SNC)

Riproduzione piattaforma girevole su sfere [120X120X100cm]



(2009  Firenze, Niccolai SNC)



Carrucole

Immagine di carrucole da "De Architectura" edizione 1521
Utilizzata per sollevare e trascinare pesi, la carrucola veniva impiegata nell’ingegneria civile e navale e per la costruzione di grandi infrastrutture come strade, porti o acquedotti. 





Riproduzione Carrucole Romane [200X60X180cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)





Torre di difesa e assalto

L'impiego di queste particolari macchine belliche deve essere visto sia come un tentativo di portare a combattere un gruppo di uomini sulle mura avversarie, tentando così di ovviare ai vantaggi dei difensori (altezza e protezione passiva delle mura), che come difesa attiva ai soldati impegnati ad operare con le altre macchine belliche. Di questa torre ne viene testimoniata la costruzione e funzione nel “De bello gallico” di Cesare.


Riproduzione Torre di Difesa e Assalto [200X60X180cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)


Testuggine arietata


Immagine di Testuggine Arietata da "De Architectura" edizione 1521
Nel libro X del de Architectura di Vitruvio, afferma che questa macchina è stata usata dal cartaginese Geras fu il primo a costruire una piattaforma in legno, montata su ruote con sopra una struttura di legno ricoperta di pelli per proteggere gli uomini addetti alla manovra. Dato che questa macchina era molto pesante e lenta nei movimenti fu chiamata testuggine arietaria. Fu adottata e migliorata dai Romani costruendole di varie dimensioni, per abbattere porte e mura delle città talvolta dotandolo di un grosso sperone, come un rostro.





Riproduzione di Testuggine Arietata [230 X 140 X 140cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)




Ariete d'assalto sospeso


Macchina utilizzata per aprire brecce nelle cinture difensive avversarie, in particolare quello in questione era munito di una struttura che lo sollevava da terra e ne permetteva una facile oscillazione.


Riproduzione Ariete Sospeso [250X140X190cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)





Ponte sul Reno

Il ponte sul Reno di Cesare era un ponte militare in legno, costruito nel corso delle due campagne condotte contro i Germani, nell'ambito della conquista della Gallia. 

Riproduzione Ponte sul Reno [300X160X150cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)




mercoledì 2 marzo 2011

Abaco


L'abaco è un antico strumento di calcolo, utilizzato come ausilio per effettuare operazioni matematiche; Le pietruzze su linee diverse indicano unità di ordine diverso, ma anche unità frazionarie; le operazioni possibili non sono soltanto addizioni e sottrazioni, ma anche moltiplicazioni e divisioni, viste rispettivamente come addizioni e sottrazioni ripetute.

Riproduzione Abaco Romano [28X18] (2009 Firenze, Niccolai SNC)



Noria

Immagine di una noria da "De architectura" edizione 1521

La noria, descritta da Vitruvio nel quinto capitolo del libro X, era costituita da una grande ruota, del diametro di diversi metri, alla quale erano legati dei recipienti ( vasi in terracotta o metallo). Essa veniva azionata dalla corrente e serviva per sollevare l'acqua da un corso idrico.


 Riproduzione Noria Romana [180X140X240cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)

Groma


Strumento usato dagli antichi Romani per tracciare linee rette sul terreno, è stato trovato un esemplare smontato, in buone condizioni, a Pompei, nella bottega di Verus. Questo strumento era impiegato soprattutto dagli agrimensori per misurare terreni, nella costruzione di strade, per tracciare le linee decumane ed i cardini degli accampamenti militari.
Uno strumento importantissimo perché è stato  indispensabile per progettare le piante iniziali delle città  dell’ Impero Romano.

Riproduzione Groma Romana [60X60X170cm] (2009 Niccolai SNC)

Aratro Romano


Attrezzo di legno dotato di un solo elemento di ferro, il vomere, usato per la fenditura del suolo. La forza motrice degli aratri era data  da trazione animale, mediante buoi o muli. Sul ceppo di legno erano fissati il vomere e il timone su cui era fermato il giogo, strumento utilizzato per unire la forza trainante dei buoi.

Riproduzione di Aratro Romano con vomere in legno [35X130X100cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)



www.romanmachines.com

Vite di Archimede

Immagine della vite di Archimede da "De architectura" edizione 1521
Ad Archimede venne attribuita l’invenzione di un ingegnosa macchina che permetteva di sollevare l’acqua con facilità : la Vite di Archimede, impiegata per l'irrigazione dei campi coltivati. Questa macchina è descritta anche da Vitruvio nel suo “De Architectura” libro X,6.




Riproduzione Vite di Archimede [200X60X140cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC )





Chorobates


Il Chorobates, Descritto da Vitruvio nel Libro VIII del “Vitruvio de Architectura”, era utilizzato per misurare l’orizzontalità del piano soprattutto nella costruzione degli acquedotti.

Riproduzione del Chorobates [300X40X70cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)



Odometro navale


Immagine di un odometro navale da "De architectura", edizione 1521
Questo congegno al contrario dell’odometro terrestre portava ad avere delle imprecisioni nella misurazione delle distanze,  da problemi derivati dal mare (correnti contrarie) ma poteva comunque dare un idea della distanza percorsa.

Riproduzione Odometro navale [160X120X120cm] (2009 Firenze, Niccolai SNC)


Odometro terrestre


Immagine di un odometro terrestre da "De architectura", edizione 1521
Dalla testimonianza di Vitruvio del Libro VIII del "De Architectura”  si intuisce come l’Odometro descritto sia un complesso ma ingegnoso modo per la misurazione delle distanze, utilizzato sia su terra che su acqua con le opportune modifiche.

Riproduzione odometro terrestre [160X120X120] (2009 Firenze, Niccolai SNC)

martedì 1 marzo 2011

Gru Calcatoria

Bassorilievo del sepolcro degli haterii


Macchina destinata al sollevamento e spostamento di carichi pesanti. Era impiegata nella costruzione di grandi templi, ponti o acquedotti. Un esempio della macchina è riprodotto sul rilievo della tomba degli Haterii, in cui è rappresentata una gru in funzione.




Riproduzione gru calatoria romana [300X140X230cm](2009 Firenze, Niccolai SNC)
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